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Stele di Rosetta (Riproduzione)

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Tipo documento

Tavoletta di terracotta nera (Riproduzione di 12*16,5 cm. della Stele egizia in granodiorite, una roccia intrusiva simile al granito)

L’originale della Stele di Rosetta è una lastra di granito alta 1,14 metri nel suo punto più alto, larga 72 centimetri, spessa 27 centimetri e pesa circa 760 chilogrammi

Autore principale

Tolomeo V Epifane

Titolo

Stele di Rosetta

Datazione

196 a.C.

Testo e traduzione

Lo studioso francese Jean-François Champollion, che non vide mai l’originale, studiò sulla copia delle stele conservata presso il Museo egizio di Torino e, nel 1823, servendosi delle sue intuizioni ma anche degli studi compiuti dall’inglese Thomas Young, riuscì a capire e a tradurre i geroglifici dopo più di 20 anni di lavoro.

Champollion capì che le tre grafie presenti sulla stele di Rosetta riportavano tutte e tre lo stesso testo e comprese che esisteva un legame tra quanto scritto in egiziano geroglifico e quanto scritto con l’alfabeto greco sulla stele

  • Tradusse il testo scritto in greco e quanto scritto in demotico
  • Servendosi della scoperta di Young, che aveva decifrato tra i geroglifici della stele di Rosetta il nome di Tolomeo V Epifane, decifrò il nome di Cleopatra I
  • Fece una deduzione logica: Tolomeo V e la moglie Cleopatra I erano dei sovrani stranieri. I loro nomi potevano essere quindi scritti nello stesso modo in cui si pronunciavano
  • Capì quindi che i geroglifici avevano un valore fonetico e ideografico che nel corso del tempo era andato perso
  • Vide che i nomi di Tolomeo e Cleopatra avevano dei segni in comune, corrispondenti alle lettere P, T, L, O, A
  • Confrontò questi segni comuni con il demotico e con il greco
  • Trovò la corrispondenza esistente tra i segni fatti di figure, simboli e suoni che componevano la scrittura geroglifica
  • Tradusse la parte scritta in egizio geroglifico: nessuno vi era mai riuscito prima, visto che il significato dei geroglifici era andato perso da due Millenni
  • Decise di creare una grammatica dell’antico egizio e un dizionario geroglifico

    Una volta decifrati i geroglifici venne svelato il testo scritto sulla stele di Rosetta. Il contenuto della stele non è altro che un decreto dei sacerdoti di Memfi del 196 a.C. dedicato al faraone Tolomeo V Epifane, che aveva avuto il merito di ristrutturare il tempio del dio Ptha a Memfi.

    Il testo scritto della stele di Rosetta:

    • Riporta tutti i benefici resi al Paese dal faraone
    • Le tasse da lui cancellate
    • La conseguente decisione dei sacerdoti di erigere in tutti i templi d’Egitto una statua in suo onore e di promuovere numerosi festeggiamenti
    • La decisione che il decreto venisse pubblicato sulla stele nella scrittura delle “parole degli dei” (geroglifici), nella scrittura del popolo (demotico) e in greco

    Il testo del decreto, diviso in tre parti corrispondenti alle tre grafie presenti, era così composto:

    • 1419 geroglifici
    • 32 righe scritte in demotico
    • 486 parole scritte in greco divise su 54 righe

    Nessuno dei tre testi è però completo perché la stele ritrovata è solo una parte dell’originale.

    • La parte dei geroglifici ha subito i danni maggiori e solo le ultime 14 righe di tutto il testo scritto in geroglifico sono leggibili
    • Il testo in demotico è invece la parte meno danneggiata visto che tutte le righe sono leggibili
    • Il testo scritto in greco ha invece solo 27 righe complete su 54

Lingua e alfabeto

Geroglifico, demotico e greco

Importanza storica

La Stele di Rosetta è di importanza cruciale nella storia dell’archeologia e della linguistica perché ha svolto un ruolo fondamentale nel decifrare i geroglifici egizi.

Un po’ di storia

La Stele di Rosetta fu ritrovata nel 1799 nel piccolo villaggio egizio chiamato El Rashid, Rosetta appunto, sul delta del fiume Nilo e a poca distanza dal mar Mediterraneo. L’autore di quella che si rivelerà una scoperta eccezionale fu il francese Pierre-François Bouchard, capitano nella Campagna d’Egitto guidata da Napoleone Bonaparte.

Conservata attualmente nel

British Museum di Londra. Una copia è conservata anche presso il Museo egizio di Torino

 

Categoria:

La Stele di Rosetta è una grande lastra in granito nero divisa in tre parti scritte in tre delle diverse grafie con cui si scriveva la lingua egizia:

  • L’egiziano geroglifico, antica grafia di cui non si conosceva più il significato e che veniva usata per i testi che erano incisi sui monumenti o in atti di particolare importanza
  • L’egiziano demotico, usato in Egitto solitamente per scrivere i documenti ordinari
  • Il greco antico, lingua ufficiale della dinastia tolemaica d’Egitto

Nel 1801 la stele passa agli inglesi

Napoleone era un grande estimatore della civiltà egizia tanto che prima di iniziare la Battaglia delle Piramidi disse al suo esercito:
«Soldati, considerate che dall’alto di queste piramidi quaranta secoli vi guardano»

Decise allora di far arrivare alcuni esperti da Parigi per studiare il contenuto della stele di Rosetta e per farne fare alcune copie. Una di queste è oggi conservata presso il Museo egizio di Torino dove è possibile ammirarla.

Nel 1801 i francesi furono però sconfitti dall’esercito inglese, interessato anch’esso a controllare l’Egitto e furono obbligati a consegnare loro, pur controvoglia, la stele di Rosetta.
Gli inglesi portarono la stele di Rosetta in Inghilterra. Qui venne donata nel 1802 da re Giorgio III al British Museum di Londra, il più importante museo inglese, dove fu esposta e dove si trova ancora oggi. Nei primi tempi in cui la stele fu al British Museum, le iscrizioni presenti sulla pietra furono colorate in gesso bianco per favorire la visione di quanto scritto al pubblico del museo, mentre oggi è stata riportata ai suoi colori originali e rinchiusa in una teca di vetro molto grande.

 

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