La Stele di Rosetta è una grande lastra in granito nero divisa in tre parti scritte in tre delle diverse grafie con cui si scriveva la lingua egizia:
- L’egiziano geroglifico, antica grafia di cui non si conosceva più il significato e che veniva usata per i testi che erano incisi sui monumenti o in atti di particolare importanza
- L’egiziano demotico, usato in Egitto solitamente per scrivere i documenti ordinari
- Il greco antico, lingua ufficiale della dinastia tolemaica d’Egitto
Nel 1801 la stele passa agli inglesi
Napoleone era un grande estimatore della civiltà egizia tanto che prima di iniziare la Battaglia delle Piramidi disse al suo esercito:
«Soldati, considerate che dall’alto di queste piramidi quaranta secoli vi guardano»
Decise allora di far arrivare alcuni esperti da Parigi per studiare il contenuto della stele di Rosetta e per farne fare alcune copie. Una di queste è oggi conservata presso il Museo egizio di Torino dove è possibile ammirarla.
Nel 1801 i francesi furono però sconfitti dall’esercito inglese, interessato anch’esso a controllare l’Egitto e furono obbligati a consegnare loro, pur controvoglia, la stele di Rosetta.
Gli inglesi portarono la stele di Rosetta in Inghilterra. Qui venne donata nel 1802 da re Giorgio III al British Museum di Londra, il più importante museo inglese, dove fu esposta e dove si trova ancora oggi. Nei primi tempi in cui la stele fu al British Museum, le iscrizioni presenti sulla pietra furono colorate in gesso bianco per favorire la visione di quanto scritto al pubblico del museo, mentre oggi è stata riportata ai suoi colori originali e rinchiusa in una teca di vetro molto grande.





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